Opening reception: April 12th, 2014, h 11,00 a.m., MARCON Museo ARte CONtemporanea – Cerreto Sannita (BN). Solo exhibition of Ellen G.’s sculptures. On view: apr 12th – mat 11th 2014.

A Utopia Vernissage mostra personale di Ellen g., sabato 12 aprile 2014, h 11.00, MARCON Museo ARte CONtemporanea, ex-Carcere Feudale, Piazza S. Martino – 82032 Cerreto Sannita (BN). Testo critico di Donatella Gallone. Dal 12 aprile all’11 maggio.

 

Utopia è un sogno di bellezza dove l’armonia è luce, costruzione, sfumature. In un tenero abbraccio con l’atmosfera che dona al nero riflessi brillanti e al colore estasi. È il viaggio fantastico di Francesca Pirozzi che ha scelto di identificarsi in Ellen G, nome d’arte molto vicino al suono di due lettere “lg”, cuore del verbo greco “légo”, “mettere insieme”, formula alchemica del suo universo creativo, intessuto di relazioni tra pensieri e vita, oggetti e storia, materia e mito. Che rivive nella favola di Diana e Atteone, scolpita in un intreccio tra le forme della Dea e le sembianze del cacciatore trasformato in cervo per aver visto la divina fanciulla bagnarsi, nuda, con le compagne all’ombra della selva. Utopia è la città ideale che scioglie i contrasti nel dialogo architettonico tra forme e intuizioni, astrattismo e figurativo, fisicità e poesia. Come in Muladhara, lucente vaso-scultura in terracotta: il titolo rimanda al primo chakra, centro energetico del corpo, che nella tradizioni religiose dell’India, rappresenta la radice, il fondamento, la terra, la vitalità, l’origine biologica. Ma la composizione, che lievita nella diramazione di piccoli fogli legati tra loro da un’unica linfa, è omaggio alla mente, al flusso della scrittura, all’elaborazione di emozioni. In un continuo gioco di comunicazione tra gioia di vivere e coscienza universale. Utopia è un Arcano dove l’essenziale diventa bello e la saggezza della società matriarcale, frantumata dal tempo, si espande in un brandello di Arazzo, luogo di magica preghiera. Mentre Falso movimento interpreta il cambiamento racchiuso in una scatola futurista dalla struttura sfuggente dove le cose riposte occupano spazi imprevedibili. E Quel che resta del giorno si propone, alla fine, come sentimento di una felicità possibile.

Donatella Gallone